Home » La mia prima volta in hotel

La mia prima volta in hotel

Ero così agitata, era la prima volta che i miei genitori mi davano il permesso di dormire fuori. Sapevano che andavo dalla mia migliore amica lei mi avrebbe coperta, ma in realtà avevo una stanza di hotel prenotata a mio nome, mi sarei vista col mio ragazzo e sarebbe stata la prima volta che dormivamo insieme e fuori. Arrivai all’hotel circa alle 20, chiesi alla reception le chiavi della stanza a mio nome, la gentile ragazza mi disse che non poteva darmele perché un ragazzo le aveva appena prese ed era salito su in camera, capii e le dissi che non c’erano problemi, perché era il mio ragazzo. La salutai e andai su, arrivai di fronte a quella porta e mi fermai, deglutii, avevo l’ansia che si annodava nella mia gola, non ero mai stata con qualcuno, né tanto meno in intimità.

Non feci in tempo ad avvicinare il pugno alla porta per bussare, che lui mi aprì, come se già sapesse che ero lì fuori. Mi fece entrare e mi abbracciò con tutto l’amore possibile, chiuse la porta alle nostre spalle e si avvicinò, mi scostò i capelli da dietro, mi baciò il collo e mi sussurrò che mi aspettava una notte indimenticabile. Neanche mezzo minuto e c’eravamo già spogliati di ogni indumento, mi spinse sul letto e montò sopra di me. Lui era un po’ rude nel toccarmi o anche solo nell’accarezzarmi, nonostante non avessi mai fatto certe cose, amavo questo suo lato, quasi animalesco, che dico quasi, eravamo come un animale che rincorre la propria preda, solo che la preda bramava la sua fame.

Totalmente inesperta gli chiesi con voce tremante e vogliosa se dovessi fare qualcosa per iniziare, se dovessi succhiargli il cazzo come preliminare o altre cose del genere, lui sorrise e mi disse che aveva fame, mi spalancò le cosce come se fossi di carta pesta e affondò la faccia fra esse, fino a succhiarmi ogni goccia della mia voglia. Gemevo e ansimavo come non mai, mi ero già toccata in passato, ma sentire le sue dita grosse e ruvide entrare dentro di me era assurdo, non desideravo altro, ne volevo sempre di più. Mi salì sopra, aprendomi le gambe ancora di più tirando fuori un cazzo già duro e gonfio, pronto per infilarlo in ogni mio buco.

Lo guardai e non sapendo cosa fare, lui mi sorrise ancora e mi disse che sarebbe andato oltre solo se io lo avessi chiesto. Chiedere? Io lo supplicai di infilarmelo dentro, lui si morse un labbro e lo infilò nella figa lentamente, fino in fondo. Iniziò a muoversi sempre più veloce e con colpi decisi, io bagnai ovunque, le lenzuola ormai grondavano dei miei umori, nell’aria si sentiva solo l’odore della mia figa e del suo cazzo che bagnava ogni centimetro dentro di me. Eravamo una cosa sola, colpo dopo colpo diventava sempre più duro e grosso, mi guardava gemere e godere per lui, lo supplicai di rendermi sua, di farmi godere come solo lui poteva fare, sorrise e con colpi ben decisi venne dentro di me, riempiendomi la figa della sua sborra, uscì lentamente e colò fuori da me.

Mi guardava stremata sul letto, guardava la sua opera, io amavo quello che mi aveva fatto e da li capii che volevo essere usata da lui in ogni modo sporco e perverso. Sporcai il letto di umori, sborra che continuava a colare fuori dalla mia figa e sangue. Mi guardava sorridente mentre si mordeva le labbra, mi voltò e mi mise a 90 e mi sussurrò che avevo altri buchi da riempire. Stavo ottenendo ciò che volevo, la mia prima volta in ogni singolo buco.

Lascia un commento