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Vicina birichina

Non avrei mai pensato di sentirmi tutto eccitato per una vicina, ma è successo. Credevo fosse un cliché da telefilm e invece. Era una calda notte d’estate, ed eravamo seduti sulla mia veranda a parlare, quella stronza dell’amministratrice aveva aumentato i costi e cercavamo una soluzione. Lei non era particolarmente appariscente, una piccoletta con degli occhi verdi tuttavia spettacolari a vederli da vicino. Abbiamo parlato per ore e improvvisamente lei mi ha baciato. Ora, non so manco se fosse fidanzata o meno, ha sempre avuto massimo riserbo sulla sua vita.

E invece è scattata, così.

Ho cercato di combatterla per un po’, più che altro perché poteva essere un casino avercela sempre dietro, ma era impossibile. Mi ha messo la mano sul cazzo all’improvviso e ha iniziato a shackerarlo.

Quel nervosismo della prima volta è svanito subito, si è chinata e ha iniziato a succhiarmi, ma con una foga tanto improvvisa che le ho sborrato subito in gola. Lei mi ha guardato sorridente, si è girata ed ha alzato i tacchi.

Il giorno dopo l’ho reincontrata sulle scale di casa sua e mi ha volutamente lasciato la porta aperta. Sono entrato, e lei aveva già tirato giù quell’abitino estivo che basta un tocco e cala subito giù.

Ci siamo baciati e ci siamo toccati finché non siamo arrivati entrambi. È stata l’esperienza più intensa e nuovamente improvvisa che abbia mai avuto. Dopo, ci siamo sdraiati, per terra, e lei improvvisamente si è rialzata con uno zompo, che solo un corpicino atletico come il suo poteva permettersi.

Riapparendo con un aggeggino a forma d’anatra, mi ha ordinato di alzarmi e sputarle in bocca. Così. Quel cosino era comunque un vibratore succhiaclitoride, e quanto le piaceva, santo dio. Subito dopo si è chinata e me lo ha risucchiato (la sua attività preferita), fino a quando mi è diventato duro.

Allora, si è messa a carponi, sempre con il suo succhiaclitoride ben posizionato, e mi ha chiesto di buttarglielo da dietro. Io sono andato dritto e con mia sorpresa è scivolato come se non ci fosse un domani. Mi ha chiesto di venirle dentro, anzi mi ha nuovamente ordinato mentre lei perdeva liquidi dal suo oggettino.

Appena sono venuto anch’io, è crollata al suolo. “Ora mi fotografi tutta e ti fai tre seghe con queste foto. Se no domani te la scordi”. Mi ha detto.

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